A volte il baseball sa essere proprio uno sport fantastico. Fantastico e imprevedibile. La prova di ciò è venuta dalla prima squadra dello Junior Parma, la quale nel giro di neanche un anno si è ritrovata dal competere per la promozione al lottare per la retrocessione. Tutto questo in neanche un anno solare, lo ripetiamo.

Il gruppo guidato dal manager Rozzi e il suo staff, al secondo anno come manager, ha cominciato la stagione 2022 con una doppietta, facendo pregustare ai suoi sostenitori un altro campionato da massimi livelli, sulla stessa linea di quello precedente: sicuramente non tutto il percorso sarebbe stato facile ma i primi posti in classifica sembravano comunque assicurati. Invece ecco l’imprevedibile. Nonostante una squadra rinforzata nei suoi giocatori e nel suo staff con elementi importanti e determinanti; nonostante il proseguimento di quel progetto societario tanto luminoso che vedeva -e vede tuttora- la crescita dei propri giovani come obbiettivo principale; nonostante le auree premesse della stagione 2021 e la solidità di un gruppo all’apparenza perfetto: nonostante tutto ciò, quest’anno la lotta della Serie B dello Junior Parma è stata per evitare la lega minore e non per tentare di raggiungere quella superiore.

È scontato pensare allo sconforto generale, così come è stato doveroso provare amarezza e timore di fronte al fatto compiuto, ovvero i playout: massimo cinque partite da disputare contro gli Yankees di San Giovanni in Persiceto per evitare il peggio, nessuna possibilità di tornare indietro.

E qui lo Junior si è mostrato per quello che è, ovvero una squadra unita, resiliente e dotata di potenziale in ogni suo parte, una squadra capace di chiudere la pratica “lotta per la salvezza” con tre vittorie (11- 1, 13-12 e 10-6) che garantiscono la permanenza in Serie B. Anche in questa parte finale di stagione i singoli hanno brillato (un paio di fuoricampo di Giannetti -leader nel box di battuta-, la tenacia di Amoretti S., la costanza dei lanciatori -tra i quali è doveroso segnalare Francesco Corsaro, il quale ha concluso la sua carriera di giocatore con una W che ha tanto il sapore di salvezza, …) ma quello che ha sorpreso è stato l’atteggiamento con il quale i giocatori sono scesi in campo: positivo, speranzoso e mai abbattuto, pur sapendo che un minimo inciampo avrebbe potuto compromettere un intero percorso.

Tirando le somme di una stagione, è possibile quindi affermare che la ciclicità di questa (partenza al top – lento declino – fase buia – lenta risalita – ritorno alla fase iniziale) abbia fornito a tutti gli appassionati le prove che il baseball sia uno sport unico nel suo genere e con degli attributi “magici”: il baseball è uno sport fantastico, il baseball è uno sport imprevedibile. Così tanto imprevedibile da farti passare dal vertice al fondo nel giro di un campionato. Ma anche così imprevedibile da far sperare che la prossima stagione possa essere ricca di piacevoli sorprese.

D.C.

Foto di Paolo Maioli